Gruppo vocale Alamire - Commenti ai brani
 

Guide all’ascolto

Spinti dall’amore della musica che cantiamo e dall’intento comunicativo che ci guida, proponiamo dei commenti o guide all’ascolto di alcuni dei brani del nostro repertorio, che è quasi completamente costituito da motetti sacri di autori vissuti tra la fine del XIV secolo e la fine del XVI. Si tratta dell’epoca d’oro del motetto, in cui più compiutamente si realizza l’unione intima e profonda fra testo e musica. Come dice il musicologo Giovanni Acciai:
Non ci stancheremo mai di affermarlo: nella polifonia rinascimentale la vocalità affonda le radici nel nesso poetico-musicale in cui le due arti, poesia e musica, sono complementari e indissociabili tra loro. La polifonia – è noto – nasce dalla parola; la veste musicale che ad essa offrono i grandi compositori dei secoli XV e XVI è realizzata in modo tale da rendere questo nesso esaltante ed esclusivo. La musica scava nella parola in profondità, così come la parola innalza la musica verso firmamenti inesplorati, rilevando quelle componenti espressive in essa non appariscenti. Senza una prassi esecutiva che, al di là del mero substrato tecnico, non tenga conto di questi presupposti fondamentali, la polifonia antica […] è destinata a rimanere un corpo inerte, inanimato, o, peggio ancora, ad essere simile ad un fossile. Ogni sforzo per dare ad essa vita risulterà inutile se compiuto senza tener conto di questo basilare percorso. 1
Il nostro studio, quindi, non può consistere nella pura e semplice realizzazione della musica in suoni: deve anche includere il tentativo, umile ma necessario, di comprendere:
  • la struttura del brano, consapevoli del fatto che essa veicola parte del suo significato e della sua bellezza;
  • il rapporto multiforme fra musica e testo, allo scopo di far emergere l’intento comunicativo ed espressivo del brano, il suo pathos;
Lo scopo è lasciarci guidare da questa ricerca, cercare di plasmare la nostra esecuzione su questa consapevolezza per cercare di comunicare meglio la bellezza, il significato, l’anima dei brani che eseguiamo.
Siamo convinti che la bellezza di questo patrimonio musicale possa essere colta anche senza alcuna preparazione particolare, solo ponendosi in ascolto, magari a occhi chiusi. Ma è anche vero che “[…] l’interprete moderno deve essere consapevole del fatto che la polifonia vocale cinquecentesca non potrà mai essere restituita nella sua più intima dimensione espressiva, riproducendo soltanto ciò che il testo originale ci tramanda. Al contrario, in essa interagiscono componenti intellettuali e umanistiche connaturate con l’atto creativo che sta all’origine della pagina musicale stessa” 2. In effetti, il linguaggio poetico e musicale di questo repertorio appartiene a un altro mondo e non è comprensibile in modo completo e immediato da parte di noi uomini del XXI secolo; per questo vogliamo testimoniare la nostra ricerca “oltre la partitura” e dare la possibilità, a chi lo desiderasse, di prepararsi in anticipo a un concerto, partecipando in modo più consapevole a un evento musicale in cui vorremmo sperare di comunicare anche il senso, l’emozione, lo spirito che stanno dietro e dentro l’unione feconda del testo-musica.
Questi commenti sono dunque frutto del desiderio di aiutare coloro che ci ospiteranno e ci ascolteranno a gustare meglio il nostro dono musicale e a condividere la nostra stessa emozione.

1 Musica divina : antologia di musiche polifoniche dei secoli 15. e 16. / a cura di Giovanni Acciai, Marco Berrini e Marco Boschini. – Milano : Edizioni Suvini Zerboni, 1995. – (I quaderni della Cartellina : polifonia sacra, 6), pagg. VIII-IX
2 Musica divina, pag. IX