Gruppo vocale Alamire - Commenti ai brani
 

Guida all’ascolto

LOYSET COMPÈRE (ca. 1445 - 1518)
Verbum caro factum est
(motetto a 4 v.)

Come spesso capita in casi del genere, questo motetto colpisce per la sua brevità e, nello stesso tempo, per la sua intensità. Sembra chiaro che queste due caratteristiche sono in relazione tra loro, nel senso che un brano musicale di estrema brevità deve avere un corrispondente “peso” in intensità e bellezza per poter sopravvivere.
Il testo è tratto dal celebre, bellissimo prologo del Vangelo di Giovanni (Gv 1, 14), un frammento che sintetizza in modo mirabile e suggestivo il mistero dell’Incarnazione. Il motetto è più che chiaramente diviso in due parti, corrispondenti al testo:
  1. Verbum caro factum est et habitavit in nobis (batt. 1-5)
  2. et vidimus gloriam eius. (batt. 6-13)
Questa bipartizione è resa esplicita dall’adozione di due diversi stili compositivi. La prima parte medita con stupore e umiltà il mistero dell’Incarnazione, che risultò incomprensibile e inaccettabile per molti Greci dell’epoca. Giovanni sottolinea questo mistero riferendosi a Gesù come al logos di Dio, una Parola che si rivela in modo inaudito e inconcepibile tramite l’incarnazione del Verbo divino in una persona umana, vero uomo e vero Dio.
Dal punto di vista stilistico, questa prima parte è in puro stile accordale, come per evitare qualsiasi ostentazione di abilità compositiva, ogni artificio o complicazione che possano oscurare il senso di mistero che emana dal testo. Umiltà, contemplazione, stupore... questo motetto potrebbe essere l’archetipo dell’uso in seguito invalso, nel contesto di un Credo, di elaborare l’Et incarnatus est con la massima semplicità possibile, spesso proprio in stile accordale.
ESEMPIO
Dopo la contemplazione del mistero della “follia” di un Dio che si fa uomo, l’evangelista subito evidenzia come questa scelta di vicinanza operata da Dio non si traduca in uno svilimento della sfera del divino: nel Verbo/Figlio risplende tutta la gloria del Padre. Conseguentemente, lo stile si fa più elaborato e mosso, celebrando la grandezza di questo evento salvifico.


1. In loco Hosanna

Verbum caro factum est appartiene al periodo milanese di Compère, che per alcuni anni fu uno dei membri di spicco della famosa cappella vocale di Galeazzo Maria Sforza (1444 - 1476), a partire dai primi anni ’70 del XV secolo fino all’uccisione di Galeazzo il 26 dicembre 14761.
In quegli anni a Milano era invalso l’uso – non attestato altrove - di cantare dei motetti al posto di brani dell’Ordinario o del Proprio della Messa – i cosiddetti motetti missales, di cui esiste un nutrito repertorio conservato in alcuni manoscritti dell’Archivio Musicale del Duomo di Milano. Verbum caro factum est è uno dei motetti missales di Compère ed era cantato in loco Hosanna nel Sanctus della Missa Hodie nobis de Virgine – una messa natalizia composta da sette motetti e un Sanctus (che a sua volta contiene Verbum caro factum est)2.
Questo motetto, dunque, sostituiva l’Hosanna, e questo ci sembra particolarmente interessante, al di là dell’ovvio contesto natalizio. In primo luogo, benché il significato della parola dell’aramaico hosanna non sia del tutto chiaro, sicuramente essa, oltre all’idea della lode, implica una richiesta di aiuto, un’invocazione a Dio in quanto salvatore. D’altra parte, il testo della sezione conclusiva del Sanctus recita “hosanna in excelsis Deo”; in questo contesto la sostituzione istituisce un rapporto fra tre concetti fondamentali:
  • la lode al Dio che salva;
  • le altezze dei cieli in cui Dio risiede;
  • il mistero dell’Incarnazione, celebrato dal nostro motetto in loco Hosanna.
La sostituzione dell’Hosanna con Verbum caro factum est è quindi ricca di significati: in particolare, alla lode per la grandiosità dell’opera salvifica di Dio unisce la stupita contemplazione del mistero dell’Incarnazione, che segnò l’inizio di un nuovo cammino di salvezza rivolto ad ogni uomo.

1 Galeazzo fu duca di Milano dal 1466 al 1476, quando fu assassinato; dopo la sua morte i più importanti membri della sua cappella lasciarono Milano per altre corti italiane oppure, come si suppone nel caso di Compère, per tornare a nord delle Alpi.
2 La Missa Hodie nobis de Virgine è così composta:
  • Loco introito: Hodie nobis de Virgine
  • Loco gloria: Beata Dei genitrix
  • Loco patrem: Hodie Christus natus est
  • Loco offertorii: Genuit puerpera
  • Sanctus (in loco Hosanna: Verbum caro factum est)
  • Post elevationem: Memento salutis
  • Loco agnus: Quem vidistis pastores
  • Loco Deo gratias: O admirabile commercium