Gruppo vocale Alamire - Commenti ai brani
 

Guida all’ascolto

ANTOINE BRUMEL (ca. 1460 - 1520)
Sicut lilium inter spinas
(motetto a 4 v.)

Nel caso ce ne fosse bisogno, questo piccolo gioiello illustra in modo esemplare il rapporto vitale tra musica e testo nel motetto, in particolare al livello della struttura del brano stesso.
Sicut lilium inter spinas può essere considerato come una splendida, raffinata miniatura raffigurante un frammento del Cantico dei cantici (Cnt 2, 2) – non una scena da questo libro biblico che è anche una grande opera poetica, proprio un frammento, una delle infinite immagini che l’innamorato intreccia nel tentativo di descrivere la sua amata. Brumel estrae dal mosaico una singola tessera e a partire da essa cesella una miniatura ricca di colore, di luce, di emozione.


1. Il testo poetico e la musica

Il testo del motetto è costituito da una similitudine estremamente sintetica, concentrata, in cui l’innamorato si affida totalmente alla forza dell’immagine di partenza:
sicut lilium inter spinas, sic amica mea inter filias
(come il giglio tra i rovi, così è la mia amata tra le figlie degli uomini)
Il motetto rispetta l’assoluta concentrazione del testo e la distilla in un cameo musicale della durata di sole 19 battute 1. La similitudine contenuta nel testo è sviluppata su due piani, in cui il primo paragone serve a dare risonanza emotiva al secondo: non solo propone un confronto semplice, ma debole, come per esempio: “la mia amata è come un giglio”, ma sviluppa un parallelismo tra due distinte similitudini, che potrebbero essere sintetizzati in modo definitivo (anche per nulla poetico) con una proporzione matematica:
A B A’ B’
giglio:rovi=la mia amata:le altre fanciulle


2. La struttura del motetto

Grazie ad una serie di corone che ne scandiscono la struttura, il motetto è suddiviso nettamente in quattro parti, in corrispondenza perfetta con la struttura retorica del testo - ogni parte, cioè, corrisponde a uno dei termini della proporzione enunciata sopra. Queste sono le proporzioni numeriche tra le quattro parti:
AB A’B’
53  29
Dallo schema fornito sopra, possiamo vedere come la maggior parte del motetto sia dedicata al secondo paragone, che è l’interesse finale della figura poetica: 11 battute contro 8; sembra poco, ma si tratta del 37,5% in più: in un brano di maggiori dimensioni la differenza sarebbe molto più evidente…
In particolare rilievo viene posta l’apertura, e non solo per la sua durata: all’immagine del giglio viene attribuito l’unico episodio imitativo del motetto, e per giunta si tratta di un esordio ad alta densità motivica (cinque entrate in imitazione in sole tre battute: ATSBA), grazie ad un motivo trionfale, da fanfara, che rende l’immagine del giglio davvero gloriosa, un po’ come sarebbe visivamente la corolla del giglio contro uno sfondo di rovi 2:
La sezione A’ (“sic amica mea”) sposta l’attenzione sul reale interesse a cui punta il testo, e lo fa nel modo più semplice possibile, passando dalla celebrazione della bellezza del giglio ad una nota di tenerezza al pensiero dell’amata.
Il brano si conclude con la sezione B’, costituita da due ripetizioni quasi identiche della stessa frase di testo-musica (“inter filias”); delicata come un pizzo, ma nello stesso tempo vigorosa, questa sezione enfatizza il termine di paragone finale su cui spicca la bellezza dell’amata, cioè l’insieme di tutte le altre fanciulle. All’enormità del confronto corrisponde, chiaramente, un maggiore sviluppo musicale del testo.


Se osserviamo le proporzioni tra le parti del motetto come emergono dallo schema precedente, notiamo che le parti A e B’ insieme occupano circa 3/4 del brano (14 battute su 19). A prima vista sembrerebbe esserci una certa sproporzione della dimensione musicale del brano, anche rispetto alla simmetria del testo: fatto strano in un motetto così breve, per giunta plasmato sulla struttura retorica del testo poetico. Probabilmente l’autore ha inteso in questo modo attribuire diverso peso e valore alle varie parti del brano. Anzi, tornando ad esaminare lo schema precedente potremmo essere più che tentati di pensare che Brumel abbia inteso associare le sezioni A e B’, minimizzando le due sezioni che le separano. In questo modo si crea una sorta di ponte tra A e B’, una nuova similitudine ad un livello superiore a cui viene affidata dal punto di vista poetico e musicale la definitiva celebrazione della bellezza dell’amata: “Sicut lilium inter filias”: la mia amata è come un giglio fra tutte le fanciulle.

1 È interessante notare questa caratteristica, che non costituisce una scelta obbligata per il compositore: anzi, più spesso forse la struttura di un motetto amplifica il testo e lo sviluppa in molteplici modi. Un esempio famoso e pertinente al nostro caso è il motetto Sicut cervus di Giovanni Pierluigi da Palestrina (ca. 1525 - 1594). Anche in questo caso il testo è una similitudine, benché non particolarmente sintetica (“Sicut cervus desiderat ad fontes, ita anima mea desiderat ad te, Deum”, Sl. 41, 1-2); in ogni caso, Palestrina costruisce una struttura musicale piuttosto elaborata, basata su più riprese dello stesso testo in imitazione, che amplifica e diluisce il testo nell’arco di 58 battute. Tanto per chiarire il concetto, in questo motetto la prima parte della similitudine (“Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum”) viene elaborata in ben 3 episodi imitativi, per un totale di 8 entrate in imitazione delle varie voci e una lunghezza di 25 battute. La costruzione “minimalista” di questo motetto di Brumel, quindi, corrisponde ad una libera scelta creativa dell’autore.
2 Nella nostra esecuzione abbiamo deciso di ricorrere ad un piccolo espediente per non perdere lo splendore di questo incipit. Nel nostro organico la voce dell’Altus è affidata ad una voce femminile, quindi la prima enunciazione del motivo iniziale (batt. 1-2), eseguita prendendo la partitura alla lettera, suonava molto grave, certamente tradendo l’idea che ne aveva l’autore (la parte doveva essere normalmente affidata a un castrato, o comunque ad una voce maschile, con una resa molto più chiara...); così abbiamo deciso di eseguire questo primo intervento della parte dell’Altus alzandolo di un’ottava. L’esempio riportato in questa pagina riflette questa modifica.